sabato 19 dicembre 2009

Displasia del gomito

Da un punto di vista meccanico l’articolazione del gomito viene definita un "ginglimo angolare" che può compiere movimenti di flessione ed estensione, mentre sono quasi assenti i movimenti di rotazione. Con il termine "ginglimo" s'intende qualsiasi articolazione in cui le superfici contrapposte sono composte da un segmento di cilindro cavo ed uno pieno. Se l’asse dei cilindri contrapposti é parallelo all’asse longitudinale delle due ossa, il movimento delle stesse risulta rotatorio rispetto al proprio asse (ginglimo laterale o trocoide). Se, all'opposto, l’asse dei due cilindri é perpendicolare all’asse longitudinale delle due ossa il movimento é angolare e si svolge su di un piano perpendicolare all’asse dei cilindri stessi (ginglimo angolare o troclea).
Dal pdv anatomico è necessario ricordare che a formare l’articolazione del gomito concorrono 3 parti ossee: troclea e capitulum omerali, capitello radiale e l’ulna con l’incisura trocleare ed i sui processi coronoidei. L’articolazione viene stabilizzata dalla capsula articolare e da robusti legamenti, tra cui ricordiamo il legamento anulare. Bisogna tenere presente che cranialmente alla testa radiale può esserci il sesamoideo cubitale, che in sede radiologica non va confuso con una frammentazione del processo coronoideo mediale (FCP). I punti di repere di questa articolazione sono: l’epicondilo laterale dell’omero, da cui originano i muscoli estensori, e l’epicondilo mediale, dove sono inseriti i flessori.
Radiologicamente l’articolazione del gomito viene generalmente indagata mediante tre proiezioni principali: tutte le tecniche prevedono di porre la cassetta radiografica direttamente sotto l’arto, in modo da ridurre la deformazione dell’immagine.
Proiezione medio laterale neutra: si ottiene ponendo il paziente in decubito laterale ed estendendo l’arto anteriore fino a formare un angolo di 110 – 115°. L'arto controlaterale va portato indietro, al fine di avere i condili femorali sovrapposti. Questa proiezione permette di valutare bene i processi osteofitici del comparto anteriore e di individuare agevolmente l’incongruenza radio ulnare.
Proiezione medio laterale flessa a 45°: questa proiezione permette di esporre al meglio il processo ulnare. Si utilizza per diagnosticare un UAP (mancata unione del processo anconeo). Permette inoltre di apprezzare bene piccole reazioni periostali sul bordo dorsale del processo.
Proiezione CrCd intraruotata di 15°: si utilizza per diagnosticare una FCP o un' osteocondrite dissecante del condilo omerale mediale (OCD); si possono apprezzare anche le incongruenze radio-ulnari (INC).
Le indagini radiografiche possono venire eseguite in tempi e con scopi diversi, ricordiamo i principali: in caso di zoppie dell’arto anteriore con limitazione del ROM o con dolore alla palpazione del gomito; quando si vuole certificare l’assenza della displasia del gomito dopo l’anno di età ed, infine, per cercare di prevenire o limitare i danni della displasia del gomito.
Io mi soffermerò unicamente su quest'ultimo aspetto, rimandando eventuali approfondimenti ai più che esaustivi siti di CeLeMaSche (http://www.celemasche.it/ ) e della FSA (http://www.fondazionesaluteanimale.it/ ) per quanto riguarda la certificazione ufficiale.
Le indagini preventive per la displasia del gomito devono essere effettuate tra i 5 ed i 6 mesi di età: soltanto in questo periodo si riescono ad intercettare le malattie displasiche in stadio molto precoce e,di conseguenza, a prevenire le manifestazioni cliniche legate al complesso della displasia del gomito. Tale patologia sembra essere dovuta ad un accrescimento asincrono tra radio e ulna, che si manifesta inizialmente con l’incongruenza radioulnare o INC per sfociare, nei casi più gravi, in UAP o FCP.
L’INC (incongruenza radio ulnare) si può considerare come la forma iniziale o più lieve della patologia: è visibile nella proiezione LL neutra e nella CrCd come uno scalino più o meno marcato tra capitello radiale e proceso coronoideo. Nei casi gravi porterà alle altre due forme o, addirittura, a lussazioni anteriori dell’omero. In ogni caso,già nelle forme lievi, invaliderà col tempo l’articolazione per il rapido sviluppo di artrosi.
L’ UAP (mancata unione del processo anconeo) è determinata dalla crescita eccessiva del radio che spinge il condilo omerale contro il processo anconeo e ne impedisce la fusione. Esistono diversi gradi di non unione che determinano, se non trattati precocemente, una grave artrosi con limitazione dell’estensione dell’arto e dolore. Le razze più interessate sono: terrier russo, pastore tedesco, alano, mastino napoletano, cane corso, san bernardo, bracco italiano, terranova e rottweiler.
L’ FCP (frammentazione del processo coronoideo mediale): in questo caso l’ulna è più lunga del radio e il capitello radiale, essendo quindi più basso del processo coronoideo mediale, non supporta la sua parte di carico omerale. La troclea omerale scarica tutto il peso sul PCM e questo subisce lesioni alla cartilagine fino ad un eventuale rottura. La malattia si manifesta intorno ai 6 – 8 mesi e, con una diagnosi precoce, si può forse prevenire. Le razze più colpite sono: rottweiler, pastore tedesco, labrador e golden retriever, terranova, corso e dogue de bordeaux.
L’evoluzione di questo gruppo di patologie è molto influenzata dalla scelta dei giusti riproduttori, sebbene concorrano alla sua manifestazione anche un eccesso di peso e di esercizio.
Le terapie per prevenire, limitare o curare il complesso della displasia del gomito sono tutte, ad eccezione della scelta dei riproduttori, di natura chirurgica e trovano nell’osteotomia dinamizzante ulnare la base di partenza. Mi sembra doveroso sottolineare che l’indagine radiografica ottimale è quella eseguita a 5 mesi /5 mesi e mezzo anziché a 6 e mezzo/ 7: in questa fase dell'accrescimento,infatti, la patologia è progredita e ci troviamo di fronte alla presenza di reazioni periostali irreversibili.
Inoltre è importante sapere che, se la diagnosi è stata tardiva, la sola osteotomia dinamizzante può non essere sufficiente, se non accompagnata da interventi più invasivi.

Dott. Bartolomeo BORGARELLO 
www.clinicaborgarello.it


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