martedì 19 ottobre 2010

Il vomito acuto

Apriamo qui un breve percorso attraverso i “sintomi” più frequenti con cui i proprietari si trovano ad aver a che fare e per i quali richiedono, di norma, l'intervento del veterinario. Il vomito è il risultato dello sforzo coordinato dell'apparato gastroenterico, del sistema muscolo-scheletrico e del sistema nervoso per espellere il cibo, fluidi o scorie dall'apparato image digerente. Differente, invece, è il rigurgito, processo passivo di espulsione del contenuto esofageo: distinguere i due eventi risulta molto difficile, perciò tale compito spetta normalmente al veterinario, che dovrebbe seguire un approccio razionale basato su una buona comprensione degli aspetti fisiopatologici associata a un processo decisionale logico.
Il sintomo vomito si basa su un meccanismo complesso suddivisibile in tre fasi: nausea, conati ed espulsione e comprende, pertanto, sintomi prodromici (variazioni comportamentali, salivazione e ripetuti tentativi di deglutizione) seguiti da contrazioni addominali attive.
Questo complicato processo presuppone una coordinazione funzionale tra gli organi coinvolti oltre ad un coordinamento centrale, quest'ultimo regolato a livello del midollo allungato da quello che viene opportunamente definito: centro del vomito. I recettori periferici sono localizzati in varie sedi: la maggior parte nel duodeno, definito “l'organo della nausea”, ma anche nella parete gastrica, lungo tutto l'intestino, nel peritoneo, nel pancreas, nel cuore, nell'apparato uro-genitale e nella faringe. Dalla periferia gli stimoli afferenti viaggiano attraverso il vago e i nervi simpatici verso il centro del vomito; esistono anche recettori a livello dell'apparato vestibolare in grado di provocare il vomito (la cosiddetta chinetosi) oltre ad una zona chemorecettoriale scatenante (CRTZ), situata anch'essa nel midollo allungato, sensibile al contatto con sostanze veicolate dal sangue (è il caso del vomito indotto, ad esempio, da farmaci).
Oltre alla comprensione del meccanismo fisiopatologico, d'aiuto nel percorso diagnostico, è opportuno distinguere tra vomito acuto e vomito cronico: solitamente il primo è quello insorto da meno di 5-7 giorni e può, talvolta, essere il primo segno di una patologia cronica gastrointestinale (ad esempio l'IBD) o di una patologia grave coinvolgente altri apparati, quali ad esempio un'infezione uterina. Bisogna, infatti, tener presente che i fattori causanti vomito sono molteplici e non sono ascrivibili soltanto ad un organo o a un apparato; tra le cause , quindi, si deve differenziare tra quelle gastrointestinali e quelle extra-gastrointestinali.image
Cause gastrointestinali:
-infiammatorie (malattia infiammatoria intestinale[IBD], infettive [virali, bateriche,parassitarie], gastroenterite emorragica, aspecifiche, ulcera.
-farmaci e tossine
-meccaniche: corpo estaneo, dilatazione-torsione gastrica, volvolo intestinale, intussuscezione, neoplasie, stenosi pilorica, ulcera
-funzionali: disturbi primari della motilità, disturbi della motilità secondari a infiammazione gastrointestinale o peritonite
Cause extra-gastrointestinali:
-disturbi epatobiliari
-disturbi renali
-disturbi endocrini: ipoadrenocorticismo, ipertiroidismo, chetoacidosi diabetica
-disturbi riproduttivi: piometra, prostatite, torsione testicolare, orchite
-altri: disturbi SNC, farmaci, tossine
Data questa estrema varietà di cause, il primo e fondamentale passo per una corretta diagnosi differenziale, e conseguente terapia, risiede in un'accurata e dettagliata anamnesi (frequenza, distanza dal pasto, materiale espulso, eventuali segni concomitanti ecc) e in una visita clinica completa. La diagnostica di laboratorio può sempre aggiungere informazioni utili per indirizzarci verso un apparato o un altro, così come la diagnostica per immagini (RX in bianco e con contrasto, e eco addome).
Non esiste “una terapia” per il vomito, essendo questo un sintomo e non una malattia. Si possono comunque annoverare un gran numero di farmaci cosiddetti “antiemetici” la cui scelta dev'essere ponderata nel rispetto del percorso diagnostico scelto. La grande varietà dipende dal tipo e dal sito d'azione di farmaco in questione e tra i più utilizzati annoveriamo:
-antagonisti D2-dopaminergici
metoclopramide: agisce sul CRTZ e sulla muscolatura liscia gastrointestinale-0,2-0,4mg/kg sc, im, ogni 8h. Possibili effetti collaterali sono segni extra piramidali.
domperidone: agisce sulla muscolatura liscia gastrointestinale- 0,1-0,3mg/kg im, ev, ogni 12h. Effetti collaterali non documentati.
clorpromazina: agisce sul CRTZ- 0,2-0,4 mg/kg sc, im ogni 8h. Effetti collaterali tremori e brividi (la clorpromazina rientra anche nella categoria degli antagonisti alfa2-adrenergici, dei recettori H1-istaminergici e degli M1-colinergici)image
-antagonisti dei recettori NK1
maropitant: agisce sul CRTZ e sul centro del vomito- 2mg/kg PO ogni 24h/ 1mg/kg ogni 24h. Effetti collaterali non documentati
-antagonisti 5-HT3-serotoninergici
ondansetron: agisce sul CRTZ e su afferenti vagali- 0,5-1mg/kg PO ogni 12-24h. Effetti collaterali sedazione e giramenti di testa.
I suddetti farmaci, insieme ad altri non citati, mirano di per sé a “bloccare” il sintomo, bisogna però tener presente che il loro utilizzo è spesso concomitante a quello di altre sostanze, differenti a seconda della causa che ha portato al vomito.
Articolo a cura della Dr.ssa Martna Chiapasco
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