martedì 15 ottobre 2013

Virus della leucemia felina- FeLV (I parte)

Il virus della leucemia felina (FeLV), di cui abbiamo già parlato in precedenza nel Tgvet, è considerato una delle principali cause di morte nel gatto domestico.

virus leucemia felina

FeLV appartiene alla famiglia Retroviridae, genere Alpharetrovirus ed è responsabile di una delle malattie infettive più importanti nel gatto. Il virus risulta piuttosto labile nell'ambiente e viene distrutto rapidamente dagli agenti atmosferici: ecco perché risulta maggiormente diffuso in aree ad elevata densità di soggetti ovvero dove esiste uno stretto contatto tra gatti. L'infezione è più comunemente diagnosticata in gatti tra 1 e 6 anni di età; i gattini sotto i 5 mesi sono particolarmente vulnerabili a divenire persistentemente infetti mentre gli adulti tendono ad essere più resistenti

La via di contagio più comune è rappresentata dai liquidi organici infetti, principalmente saliva ma anche scoli naso-oculari, urine, feci e latte. La diffusione avviene prevalentemente attraverso contatti sociali o grooming; in femmine gravide viremiche di solito si ha morte embrionale o neonatale mentre in quelle con infezione latente difficilmente si ha la trasmissione ai feti. E' molto più probabile che i gattini si infettino tramite latte poiché la ghiandola mammaria può albergare il virus in forma latente con riattivazione proprio in corso di allattamento. Esiste anche, per quanto rara, la possibilità di trasmissione tramite ferite da morso e trasfusioni di sangue infetto.

 leucemia felina

A contagio avvenuto, il virus replica inizialmente a livello di tonsille e tessuti linfoidi locali, poi si distribuisce ai linfociti ed al sistema linfoide fino ad essere portato al midollo osseo, all'epitelio della mucosa intestinale e respiratoria e alle ghiandole salivari. Questa fase viene definita viremica e dura dalle due alle quattro settimane. Il meccanismo che controlla lo sviluppo e il mantenimento di una viremia è legato al funzionamento più o meno corretto del sistema immunitario dell'ospite e anche a fattori virali quali: dose, virulenza ceppo, età e via di infezione.

Circa il 33% dei gatti esposti al virus sviluppa una viremia persistente e manifesta segni clinici di malattie correlate all'infezione con morte entro 3-5 anni dalla diagnosi iniziale. Il restante 66%, dopo un'iniziale viremia transitoria resiste al progredire in forma persistente, grazie ad un'efficace risposta immunitaria umorale, ed è in grado di neutralizzare il virus in 4-6 settimane. In una percentuale minore, i soggetti con viremia transitoria non sono in grado di eliminare il virus e si sviluppa un'infezione latente con localizzazione midollare. In questo caso FeLv rimane per così dire “nascosto” e può essere riespresso in seguito a determinati stimoli o trattamenti con corticosteroidi. Entro tre anni, in ogni caso, di solito l'infezione latente tende ad estinguersi. I gatti con viremia transitoria non manifestano patologie FeLv correlate ed il virus non può essere evidenziato nel sangue. Esiste, infine, una piccola percentuale di soggetti (5%) con leucemia in forma focale: il virus è sequestrato in alcuni tessuti quali il tratto gastro enterico, la milza, il midollo osseo e la ghiandola mammaria e qui continua a replicarsi.­

leucemia felina - FelV

 

I quadri clinici riferibili a FeLv sono molto variabili e spesso difficili da definire: nelle fasi iniziali i sintomi sono vaghi e spesso passano inosservati. Normalmente le patologie FeLv correlate insorgono a tre anni di distanza dall'infezione, risultano piuttosto varie e nella maggior parte dei casi (70%) mortali. Quelle di maggior riscontro sono: neoplasie linfoidi maligne, disordini mieloproliferativi, anemia non rigenerativa, sindromi simil-panleucopeniche, glomerulonefriti, turbe riproduttive, infezioni secondarie dovute all'immunosoppressione soprattutto a carico del sistema respiratorio, gastroenterico e urinario.

Nel prossimo capitolo affronteremo in maniera più dettagliata alcuni aspetti clinici legati alla leucemia felina oltre a parlare della sua diagnosi. Continuate a seguirci sul TgVet.

A cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello.

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