giovedì 23 gennaio 2014

Epilessia, FAQ nel Cane


L’epilessia nel cane è un argomento molto sentito, viste la gravità e drammaticità della sintomatologia. Per questa ragione vi proponiamo una raccolta delle più comuni domande che i proprietari di animali epilettici pongono al veterinario.
1) Che cos’è l’epilessia? 
Abbiamo trattato diffusamente l’epilessia nel cane in questo articolo:Epilessia nel Cane

2) Come si diagnostica l’epilessia? 
In seguito ad una crisi epilettica è opportuna una visita accurata. I soggetti colpiti sono solitamente normali fra un episodio e l’altro; per questo motivo l’anamnesi, ossia la raccolta dettagliata di notizie sulla vita del paziente, riveste un ruolo fondamentale. Il veterinario vi chiederà quindi di descrivere nei particolari l’accaduto, e potrebbe essere utile filmare l’attacco, se avete le freddezza di farlo.

3) Quali esami bisogna fare per arrivare alla diagnosi di epilessia? 
La diagnosi di epilessia primaria è una diagnosi per esclusione; ciò significa che è necessario valutare tutte le altre possibili cause di crisi convulsive per arrivare alla diagnosi. Esistono algoritmi specifici da seguire per determinare caso per caso quali sono gli esami e le indagini da eseguire.

4) Quando devo aspettarmi una crisi convulsiva? 
Anche se è difficile fare previsioni, si è notato che la maggior parte delle crisi avviene quando il cane è rilassato, in alcuni casi addirittura durante il sonno, mentre è abbastanza raro che una crisi si manifesti durante l’esercizio fisico.

5) Una singola crisi epilettica è pericolosa per la salute del cane? 
I danni cerebrali legati dall’epilessia sono cumulativi, legati cioè al ripetersi nel tempo di molte crisi; di norma quindi un singolo episodio non provoca danni apprezzabili. Le crisi convulsive, se non curate, possono però, con il passare del tempo, aggravarsi e diventare più intense e più frequenti.

6) Quando una crisi epilettica è realmente pericolosa per il cane?
L’epilessia rappresenta un’emergenza medica, e diventa pericolosa per il cane, quando l’animale manifesta il cosiddetto “stato epilettico”, una condizione caratterizzata da convulsioni generalizzate di durata superiore a cinque minuti oppure le “crisi a grappolo”, ovvero crisi che si susseguono rapidamente. Lo stato epilettico e le crisi a grappolo richiedono l’immediato controllo, poiché si è dimostrato che l’attività convulsiva che dura per 20 minuti o più può provocare seri danni neuronali permanenti.

7) Cosa posso fare durante una crisi epilettica? 
Durante la crisi il proprietario non deve fare assolutamente nulla, nonostante la scena che si presenta ai suoi occhi possa essere senza dubbio definita terrificante. Bisogna assolutamente evitare di cercare di aprire la bocca del cane, perché l’animale non corre né il pericolo di soffocare né quello di “ingoiare la lingua”, mentre il proprietario rischia morsicature anche gravi. Durante questa fase, infatti, il vostro cane è incosciente e non può riconoscervi. Anche se può sembrare banale, l’unica cosa utile può essere spostare gli oggetti con cui il cane potrebbe ferirsi durante le contrazioni muscolari. Dopo la crisi, nella cosiddetta fase post-ictale, che ha durata variabile da pochi minuti ad alcuni giorni, possono manifestarsi debolezza, disorientamento, paura, midriasi (pupille dilatate), cecità transitoria e polifagia (aumento dell’appetito). In questo periodo l’animale va lasciato assolutamente tranquillo, e sarà lui stesso a far capire quando tutto sarà tornato alla normalità.

8) L’epilessia primaria si può curare? 
La terapia per l’epilessia primaria ha buone probabilità di successo. La terapia anticonvulsiva è l’unico trattamento per l’epilessia primaria, ma non tutti gli animali che ne sono affetti la richiedono. Quelli che hanno avuto un solo episodio oppure li hanno raramente probabilmente non necessitano di terapia. I cani trattati precocemente dopo l’esordio dell’epilessia possono riportare un migliore controllo a lungo termine degli attacchi rispetto a quelli che iniziano il trattamento solo dopo molti episodi.

9) Il mio cane potrà guarire? 
Per rispondere a questa domanda è necessario fare una distinzione fra epilessia primaria e secondaria. Il primo principio nel trattamento dell’epilessia secondaria dev’essere quello di curare la causa, poiché il trattamento di questa potrebbe condurre alla risoluzione della sintomatologia. Se ciò non è possibile, come nel caso dell’epilessia primaria, è necessario curare le crisi convulsive con farmaci antiepilettici. Purtroppo il controllo completo o l’eliminazione della patologia sono raramente possibili. L’obiettivo della terapia è infatti la riduzione della frequenza e della gravità degli attacchi.
10) Quanto è impegnativo trattare il mio cane? 
I farmaci utilizzati per la terapia dell’epilessia primaria vengono somministrati per bocca, ed i cani li assumono senza particolari problemi. I proprietari degli animali colpiti devono però essere preparati ad impegnarsi a somministrare i farmaci tutti i giorni per tutta la vita dell’animale e ad effettuare controlli periodici dal veterinario per valutare l’efficacia della terapia e la risposta dell’organismo. Bisogna astenersi dal voler modificare la terapia senza prima averlo concordato con il medico curante.

11) È possibile che il mio cane, nonostante la terapia, non migliori? 
Purtroppo è possibile, soprattutto nella fase iniziale di impostazione della terapia. In alcuni casi, infatti, occorre del tempo per scegliere adeguatamente il farmaco ed il dosaggio ideale. Una buona comunicazione tra veterinario e proprietario è alla base del successo della terapia.

12) Quali farmaci esistono per curare l’epilessia? 
Il farmaco base è stato per molti anni, e continua ad essere tutt’oggi, il fenobarbitale sodico, che si trova solamente in formulazione per uso umano. Nei casi di refrattarietà può venire associato il bromuro di potassio. Ultimamente è stato studiato un farmaco appositamente per la specie canina a base di imepiotina. È importante ricordare e tenere ben presente che non tutti i farmaci utilizzati in umana funzionano o possono venire utilizzati sul cane.

Articolo a cura  della dott.ssa Claudia Gaviglio e del Dott. Bartolomeo Borgarello, Clinica Veterinaria Borgarello
Se ti servono maggiori informazioni e vuoi inviare una mail: info@clinicaborgarello.it

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