martedì 11 marzo 2014

Herpesvirus felino (I parte)

Nuova tappa del nostro ideale viaggio tra le malattie infettive del gatto è l’ Herpesvirus (FHV1), agente responsabile della rinotracheite virale felina nonché  uno dei patogeni causanti l’URTD (Upper Respiratory Tract Disease) insieme a Calicivirus, Bordetella bronchiseptica e Chlamydophila felis.

L’FHV-1 è un DNA virus appartenente alla famiglia Herpesviridae, genere Varicellavirus. Ha una distribuzione cosmopolita ed in condizioni naturali oltre al gatto domestico risultano recettivi alcuni felidi selvatici quali: tigre, leopardo, lince rossa e ghepardo. Il virus risulta sensibile a solventi lipidici e rapidamente disattivato a temperature elevate (56°C), mentre resiste a lungo a temperature di refrigerazione e congelamento. Ha una bassa variabilità genetica ovvero è difficile che vada incontro a ricombinazioni con diffusione di ceppi differenti da quello classico.

La trasmissione dell’ Herpesvirus avviene sia per via orizzontale, attraverso contatto diretto con le secrezioni di animali infetti, che per via verticale durante la gravidanza. I gattini possono contrarlo anche dopo la nascita ed, in generale, l’età più a rischio va dai 2 ai 12 mesi. La penetrazione avviene attraverso le mucose orali, nasali e congiuntivali ed, essendo in grado di replicarsi soltanto a temperature uguali o inferiori a 37°C, il suo campo d’azione e limitato a: congiuntive, turbinati nasali e rinofaringe. Una diffusione al tratto respiratorio inferiore ed ai polmoni è piuttosto inusuale. 

Il virus viene eliminato nell’ambiente attraverso secrezioni oculari, nasali e faringee di animali infetti in fase acuta di malattia o dai portatori sani: quest’ultimi sono soggetti clinicamente guariti in cui FHV-1 permane in forma latente  per tornare a riattivarsi ed essere nuovamente diffuso soltanto in concomitanza di eventi stressanti (terapie con corticosteroidi, gravidanza, lattazione, accoppiamenti o patologie immunosoppressive concomitanti). L’eliminazione non segue immediatamente la riattivazione, esiste infatti una fase di latenza di 4-11 giorni dopo la quale inizia l’escrezione del virus che dura mediamente 2-10 giorni; alcuni di questi soggetti possono manifestare lievi segni clinici in tale fase.

La rinotracheite felina può avere quadri clinici differenti: nella maggior parte dei casi si manifesta in forma acuta, colpendo soggetti  tra le sei e dodici settimane di vita con comparsa di sintomi respiratori quali  starnuti, scolo nasale e oculare sieroso, febbre e anoressia. A questa presentazione segue un’evoluzione della congiuntivite da sierosa a mucopurulenta; soggetti molto giovani possono poi andare incontro a ulcere corneali, tipiche dell’FHV-1, cheratite con successiva infezione batterica secondaria da cui simblefaro e prolasso permanente della terza palpebra. In fase di risoluzione della forma congiuntivale è tipica la comparsa di ulcere e lesioni crostose cutanee soprattutto a livello del canto mediale dell’occhio, delle pinne auricolari e delle narici. La forma acuta di rinotracheite tende a risolversi in 2-3 settimane, ma può predisporre a riniti, sinusiti e congiuntiviti batteriche croniche in età adulta.  In fase di cronicizzazione o di latenza raramente FHV-1 dà forme cliniche evidenti ma, qualora si manifestino, possono essere piuttosto gravi: dermatiti erpetica o aborto nelle gatte gravide.

Nei soggetti adulti, infine, l’infezione da herpesvirus viene associata ad una sindrome oculare definita cheratite erpetica. Questa è caratterizzata da un grave blefarospasmo, iperemia congiuntivale, scolo oculare sieroso o sieromucoso e ulcere corneali.

Nel prossimo capitolo parleremo di herpesvirosi sotto il profilo della diagnosi e terapia. Continuate a seguirci sul tgVet

A cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello.

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