L'alimentazione felina presenta peculiarità da
conoscere se si vuole somministrare una dieta corretta e bilanciata al nostro
gatto: mangiar sano aiuta a rimanere in salute, fatto salvo le concessioni del
periodo Natalizio!. Il processo di domesticazione ha influito in maniera
relativa e insolita sulla specie felina tanto da preservarne molte delle
caratteristiche originarie. Ancora oggi Il gatto è a tutti gli effetti un
carnivoro puro ossia necessita per il suo sostentamento primariamente di
proteine. I piccoli felini nascono cacciatori di altrettanto piccole prede,
fatte per lo più di proteine e grassi e in misura minima di carboidrati: questo
ha fatto si che il loro sistema digerente prediliga le vie di metabolizzazione
dei primi due principi nutritivi rispetto agli zuccheri.
Sintetizzando
i capisaldi della nutrizione felina è importante sapere che prevede:
1.
ridotta capacità di inibire gli enzimi del catabolismo
dell'azoto e del ciclo dell'urea
2.
un indispensabile apporto dell'aminoacido arginina, la
cui carenza può provocare gravissime conseguenze per la salute del gatto
3.
incapacità di sintetizzare taurina a partire dalla
cistina
4.
limitate capacità di metabolizzare i carboidrati della
dieta
5.
incapacità di sintetizzare la Vit A a partire dai beta
caroteni
6.
incapacità di sintetizzare la niacina a partire
dall'aminoacido triptofano
Arginina,
taurina, Vit A e niacina sono tutti componenti abbondanti nelle prede naturali
del gatto mentre è limitata la presenza di carboidrati; di conseguenza le vie
metaboliche più sviluppate in questo animale sono quelle “dedicate” a ricavare
energia dalle proteine e dai grassi, piuttosto che dagli zuccheri.
Le
peculiarità della nutrizione felina iniziano dall'anatomia e fisiologia
dell'apparato digerente. I gatti hanno meno denti dei cani, mancando di alcuni
premolari e molari dalla superficie fessurata: la loro dentizione è più adatta
a tagliare la carne piuttosto che triturarla. A livello salivare, poi, non
presentano l'amilasi, un enzima preposto alla digestione dell'amido. Essendo
abituati a mangiare piccole quantità
suddivise in molti pasti quotidiani, la capacità del loro stomaco è piuttosto
limitata rispetto a quella dei cugini canidi così come la lunghezza dell'intestino,
fattore fondamentale nel determinare il tempo necessario a digerire. Inoltre
nei gatti il fattore intrinseco deputato all'assorbimento della vitamina B12 è
prodotto esclusivamente dal pancreas, mentre in altre specie anche
dall'intestino stesso.
Le
abitudini predatorie rappresentano un altro tassello importante per comprendere
le esigenze alimentari particolari dei gatti. In natura i piccoli felini si
nutrono di roditori, volatili, insetti, rane, rettili, tutte prede che danno un
basso apporto calorico, motivo per cui i gatti necessitano di numerosi pasti
quotidiani (fino a 20!). In più il comportamento predatorio prevale
istintivamente sull'esigenza nutrizionale vale a dire che nel gatto è
paradossalmente più importante l'atto della caccia che il fine stesso,
nutrirsi. Le preferenze alimentari vengono influenzate dalla dieta delle madri
durante la gravidanza e l'allattamento: l'esperienza “gustativa” dei gattini
nei primi 6 mesi di vita detterà legge nelle scelte nutrizionali durante
l'intero arco della loro vita. Per questo motivo si suggerisce ai proprietari
di far provare più cibi possibili in questa fase, in maniera tale da non
ritrovarsi ad aver a che fare con un gatto dai “gusti difficili” in età adulta.
L'attrattività dell'alimento, inoltre, non è solo dettata dal gusto ma anche
dall'odore, dalla consistenza e dalla temperatura, con predilezione per i cibi
a temperatura ambiente o tiepidi.
Anche le condizioni “ambientali” in cui il
gatto si nutre possono influenzarne le preferenze alimentari: se l'animale
associa una situazione di stress ad un determinato cibo, può decidere di non
mangiarlo mai più!. Per tale ragione è sempre meglio evitare di introdurre una
nuova dieta, per quanto indicata in certe condizioni patologiche, mentre il
gatto è ospedalizzato. Infine essendo stato assunto che i piccoli felini
abbiano un'origine desertica, si spiega la loro enorme capacità di concentrare le urine e , conseguentemente la
tendenza a bere minor quantità di acqua giornalmente rispetto ai cani.
Alla
luce di quanto raccontato, si capisce
come una dieta “fai da te” somministrata al gatto possa soltanto provocare
gravissime ripercussioni sulla sua salute. Il consiglio è quello di chiedere
sempre al medico veterinario di fiducia quale sia il miglior modo di nutrire il
nostro amico a quattro zampe, sempre secondo il buon vecchio adagio secondo
cui: “prevenire è meglio che curare”.
Se vuoi
maggiori informazioni chiama la Clinica Veterinaria Borgarello allo 0116471100
o inviaci una mail info@clinicaborgarello.it.
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